Tery Gillam, nel bene o nel male, riesce sempre a stupire e questa è senz'altro una cosa positiva: la capacità del regista di introdurre elementi di discontinuità e follia creativa nell'omologato panorama cinematografico attuale è rimasta fortunatamente intatta negli anni. Purtroppo però, non tutte le ciambelle riescono col buco e Tideland – Il mondo capovolto è di gran lunga la meno riuscita tra le sue opere recenti.
Il talento visionario di Gilliam non è in discussione e alcuni momenti del film lasciano a bocca aperta (basti pensare alla scena del pullman che, attraversando un ponte, passa dalla notte al giorno o alle carrellate sui campi di grano che circondano la casa dove vive la protagonista), tuttavia la sceneggiatura è a dir poco atroce. In due ore non succede praticamente nulla e le pur curiose litanie che la bravissima Modelle Ferland va continuamente ripetendo a sé stessa o alle sue teste di bambola, atipiche coprotagoniste della pellicola, stancano velocemente.
I personaggi di contorno sono appena abbozzati ed il senso dell'intera operazione resta poco chiaro. Tideland – Il mondo capovolto infatti convince poco come fiaba grottesca (il finale è di una sconcertante banalità) e non tocca le acide vette raggiunte da paura e delirio a Las vegas, che, pur criptico, almeno resta coerente con se stesso dal primo all'ultimo minuto. Peccato per Jeff Bridges (grandissimo attore
Consigliato Ni
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