giovedì 3 gennaio 2008

gus van sant

Gus Van Sant

Van Sant è artista a tutto tondo: pittore, scrittore, fotografo e musicista. All'inizio della carriera dietro la macchina da presa dirige videoclip di famose star come David Bowie, Elton John e Red Hot Chili Peppers.
L'esordio sul grande schermo arriva nel 1987 con Malanoche (1987) ma è Drugstore Cowboy (1989) che lo rivela al grande pubblico. Il film, girato con piglio quasi documentaristico, è uno dei migliori documenti sul mondo della droga. Matt Dillon offre la sua interpretazione più riuscita. Meritevole di menzione è anche la presenza lisergica di William Burroughs, santone della beat generation, e di una giovanissima Heather Graham.
Sempre controcorrente e coraggioso nell'affrontare temi scottanti, tutta la sua filmografia è caratterizzata dalla presenza di temi forti come il sesso, l'amicizia (spesso maschile), l'omosessualità e l'adolescenza (Belli e dannati , 1991). Il road movie al femminile Cowgirl - Il nuovo sesso (1993) e Da morire (1995) permettono agli spettatori di apprezzare due dive come Uma Thurman e Nicole Kidman in vesti molto diverse da quelle abituali, specie per la allora signora Cruise. Il film è un trampolino di lancio essenziale e fondativo della sua crescita artistica che culminerà con le ottime performance di Eyes Wide Shut e Moulin Rouge.
Gus Van Sant è anche mentore di un'altra coppia d'oro di Hollywood: il duo poliedrico di Affleck-Damon. Il loro Will Hunting fa incetta di premi, ottiene l'Oscar per la sceneggiatura, la nomination alla regia e permette all'istrionico Robin Williams di vincere la mitica statuetta.
Il regista compie un mezzo passo falso con la nuova versione di Psycho (2000), ottima proposta per le nuove generazioni poco propense al bianco e nero come pure difficilmente avvicinabile all'originale hichkochiano. Nel 2001 Gus Van Sant gira un ideale seguito di Will Hunting, Scoprendo Forrester (2001), interpretato da un sempre godibile Sean Connery, che torna ad esplorare le vie del talento giovanile.
Nel 2002, ispirato dal cinema dell'ungherese Bela Tarr, inaugura una trilogia stilisticamente sperimentale dedicata ancora una volta al tema della giovinezza. A partire dal metafisico Gerry (2002), mai distribuito in Italia, per continuare con il massacro della high school di Elephant (2003), fino ad arrivare agli ultimi giorni di vita della rockstar Blake (Michael Pitt) in Last Days , Van Sant intraprende la strada poco americana del piano sequenza e dei lenti e meditativi pedinamenti dei suoi tragici personaggi, dando una significativa svolta al proprio stile di regia.

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