mercoledì 30 gennaio 2008

La leggenda del pianista sull'oceano (1998)

Un film di Giuseppe Tornatore. Con Bill Nunn, Tim Roth, Pruitt Taylor Vince, Nicola Di Pinto, Gabriele Lavia, Anita Zagaria, Luis Molteni, Adriano Wajskol, Melanie Thierry, Peter Vaughan. Genere Drammatico, colore 165 minuti. - Produzione Italia 1998.

Un capolavoro. Senza dubbio è il termine che più si addice al film realizzato da Giuseppe Tornatore. Eravamo abituati a ottimi film da parte del regista, ma questo li supera tutti. Non è stato premiato con molti oscar semplicemente perchè difficilmente l'Accademy privilegia registi d'oltre confine. Avrebbe dovuto avere gli stessi attestati di stima che ha avuto Benigni con La Vita è Bella, ma solo perchè parla di una storia semplice e intriseca di poesia è stato snobbato, ricevendo solo un contentino. La leggenda del pianista sull'Oceano tratta la cruda realtà dell'emigrazione verso la "terra promessa" che per tutti i passeggeri risulta un viaggio ricco di speranza che si conclude con l'avvistamento della fiaccola della statua della libertà ma per molti, forse uno solo, questo viaggio è solo vita. Lui, un grande Tim Roth, che non vuole far altro che vivere, lavorare e morire nella sua casa: la nave, tanto da non riuscire a scendere neanche una volta da quella nave per visitare la terra ferma. Di contro gli immigrati che ad ogni viaggio esprimono felicità sul trasferimento verso altri luoghi, dove porteranno folclore, costume e cultura, ma dai quali difficilmente un giorno potranno andar via per tornare a casa propria. Tornatore ci mette anche grande lirica: come il concerto tra le onde di T.D. Boodman Lemon 900, dove la straordinaria combinazioni di immagini musica non vi permetterà in alcun modo di rimanere indifferenti, facendovi rabbrividire ad ogni nota . Non manca l'ironia che spezza piacevolmente la trama lunga, ma mai appesantita., ed è questo che sbalordisce, il film non annoia mai districandosi su una molteplicità di argomenti come musica, amore, speranza e paternità . Tornatore ha sicuramente scritto una pagina di storia permettendo ancora una volta di dimostrare al mondo che la poesia è ancora prerogativa del popolo italiano, ricordando che per creare la magia non c'è bisogno di bigottismo e lustrini. ma solo della realtà, quindi della sua volgarità che la caratterizza, mista solo a un pò di follia.


NON LO CONSIGLIO MA VE LO ORDINO


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