venerdì 4 gennaio 2008

Blude runner

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione...e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino le porte di Tannoizer... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo.... come lacrime nella pioggia...è tempo di morire".
In queste poche parole, Rydley Schott, tramite il replicante Roy (alias Rutger Hauer), riesce a sintetizzare l'intrigata trama di sentimenti ed esistenzialismi che nel film sono velati ma presenti trasformando una normale pellicola risalente al lontano 1982, ad una produzione che simboleggia la magnificenza della settima arte.
Stiamo parlando non solo di un film straordinario da punto di vista "umano",ma anche strepitoso nella sua realizzazione e nella perfetta ambientazione dei personaggi in un fituro oscuro ma estremamente evoluto. Il film è tratto dal romanzo di Philip K. Dick ("Ma gli androidi sognano pecore elettriche?"). Diretto magistralmente da Ridley Scott e sceneggiato dal grande David Peoples con Hampton Fancher, "Blade Runner" è un'epopea del futuro che racchiude insieme una storia avvincente, attori eccezionali (forse la miglior prova di Ford e Hauer), effetti speciali d'indubbia efficacia curati da Douglas Trumbull (lo stesso di "2001: Odissea nello spazio"), il commento musicale di Vangelis... tutto in un solo film.

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