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sabato 26 gennaio 2008

Il caso Tomas Crawford (2007)


Un film di Gregory Hoblit. Con Anthony Hopkins, Ryan Gosling, David Strathairn, Rosamund Pike, Embeth Davidtz, Billy Burke, Cliff Curtis, Bob Gunton. Genere Thriller, colore 113 minuti. - Produzione USA 2007. - Distribuzione Eagle Pictures





Thomas Crawford, magnate dell'aeronautica, scopre che la moglie ha una tresca con un detective della polizia e decide di architettare un piano per eliminarla. Curiosamente, dopo il delitto, si autoaccusa dell'omicidio e decide di difendersi da solo in tribunale. Il caso, apparentemente chiuso, è gestito dal giovane e brillante procuratore Willy Beachum, in procinto di entrare in un famoso studio di avvocati. Per lui però, le cose saranno molto meno semplici di quanto fosse lecito credere…
Thriller di eccellente fattura, Il Caso Thomas Crawford, fa tornare in grande spolvero il genere "giallo vecchio stile", senza puntare su una messa in scena particolarmente originale, ma concentrando le proprie attenzioni sulla costruzione della storia e sui colpi di scena che accompagnano l'indagine del giovane Ryan Gosling, costantemente messo alle strette dal diabolico piano orchestrato da un Hopkins gigione come non mai.
Proprio la "sfida" tra i due talenti (Gosling conferma di essere un giovane di grande valore) costituisce il piatto forte del film, esaltato a dovere dalla sceneggiatura, che mette in bocca ad Hopkins delle battute di incredibile cinismo e sapido humour noir. Gregory Hoblit, onesto artigiano, si mette a servizio dello script e firma una pellicola che, finalmente, non necessita di sofisticate trovate visuali per attrarre l'attenzione dello spettatore ma tiene col fiato sospeso il pubblico ponendogli la classica domanda: come riuscirà il buono (ma lo è davvero?) a incastrare il cattivo della situazione?
Appassionante dal primo all'ultimo minuto, per quanto forse non teso come avrebbe potuto essere, Il Caso Thomas Crawford è una bella ed insperata sorpresa. Da vedere.


consigliato Si


martedì 22 gennaio 2008

Finchè nozze non ci separino

Dopo l'ennesimo matrimonio da ospite, Lola, una giovane farmacista, implora il suo fidanzato di sposarla. Arthur, giornalista con velleità da scrittore, frena i suoi entusiasmi e i suoi sogni in bianco. La decisione della ragazza di abbandonarlo lo costringe però a ripensare la loro relazione e a chiederle la mano. Come tutti gli sposi, anche Lola e Arthur vogliono un matrimonio diverso e originale. Niente abiti vaporosi e navate da attraversare, niente foto in posa e parenti da far posare, basterà una spiaggia bianca, il mare azzurro e qualche amico a testimoniare l'evento. Ma il budget previsto lievita come il numero degli invitati e i due fidanzati si vedranno costretti a ripiegare sulla tradizione, almeno fino al sì…Ormai è certo, e le prove sono sullo schermo, che la commedia matrimoniale sia diventata un vero e proprio genere, così Finchè nozze non ci separino della francese Julie Lipinski è soltanto l'ennesima e svagata variazione sul tema. Non è difficile allora prevedere gli sviluppi, perché l'impianto è convenzionale, con qualche gag divertente, una parata di comprimari simpatici, la necessaria (e indispensabile) parentesi sentimentale e un gran finale quasi bianco.Hélène De Fougerolles, protagonista, giungerà all'altare col volto segnato da una notte illecita e il vestito imbrattato da un addio alcolico al suo nubilato. Il film gode di qualche momento comico ma tuttosommato non eccezonale anzi tutto l'opposto


Consigliato: No

sabato 12 gennaio 2008

L'ora di punta


Filippo Costa è un agente della Guardia di Finanza fermamente intenzionato a fare carriera nell'Arma. È ligio agli ordini ma anche pronto, quando accade, a incassare mazzette riscrivendo verbali di accertamento. Finché il suo comandante, anch'egli corruttibile, lo scopre. Pur conservando con i colleghi buoni rapporti, Costa decide di fare il balzo in avanti. Costituisce una società che entra nel giro degli affari sicuramente non trasparenti. In questo viene aiutato da Catherine che è più matura di lui ma anche più innamorata.
Se per caso in passato avete amato il Marra di Tornando a casa o quello di Vento di terra non potrete provare altro che un grande delusione. Il regista capace di raccontare con uno stile molto personale le vicende dei 'vinti' non c'è più o, perlomeno, è andato in ferie. C'è ora un regista che pretende di raccontare gli scandali italiani (e Dio sa quanti ce ne sono) assumendo uno stile da sceneggiato televisivo di bassa qualità. Forse proprio qui sta il problema: oggi le serie e miniserie televisive hanno anche una qualità elevata dovuta spesso all'attenzione con cui sono scritte le sceneggiature. Marra invece si scrive il film da solo e, dopo un avvio accettabile nella descrizione del rampantismo di un finanziere che parte dal basso, si sente in dovere di inserire colpi di scena decisamente improbabili (ivi compreso un grave reato da querela per diffamazione da parte della GdF) e un doppio rapporto amoroso tanto prevedibile quanto involontariamente comico nei suoi sviluppi melodrammatici.
Se si pensa a quanto Tarantino ha detto sul nostro cinema, stilandone quasi un atto di morte, e si guarda a questo e agli altri film italiani (Nessuna qualità agli eroi e Il dolce e l'amaro) presentati in Concorso a Venezia 64 verrebbe quasi da dargli ragione. Avrebbero dovuto rappresentare il 'nuovo' e sono invece la riprova di un cinema che marcia sul posto. Non vogliamo però essere del tutto pessimisti e ripeteremo con il titolo di un film di Felice Farina del lontano 1987:Sembra morto ma è solo svenuto.

by mymovie


cemento armato

Locandina Cemento armato
Una sfida tra Bene e Male, rappresentati dai due protagonisti.

Diego è un ragazzo che vive di espedienti, truffa il prossimo e ama appassionatamente la sua Asia. Bloccato nel traffico cittadino, decide di farsi largo frantumando gli specchietti delle auto in coda ma qualcuno tra gli automobilisti non sembra gradire lo scherzo ed è deciso a fargliela pagare cara. È Franco Zorzi detto il primario, feroce boss della malavita romana che controlla quasi tutti i traffici illeciti della Capitale. La bravata di una mattina costerà a Diego più di quanto potesse immaginare.
Dopo più di vent'anni di storie d'amore, di storie private, spaccati sociologici o folkloristici, di ritratti generazionali e qualche scarso tentativo di satira, il cinema italiano esordiente, penso a quello di Molaioli e di Marengo, prova ad esplorare territori altri, producendo un cinema medio e di genere. A questa tendenza si allinea pure il debutto confuso di Marco Martani, che ha sceneggiato, in un passato nemmeno troppo lontano, l'educazione scolastico-sentimentale del giovane Luca Molinari.
Esaurite le notti e gli esami, Martani ruba a brizzi scolaro Vaporidis, la biologa Crescentini e il professore Faletti, facendoli sconfinare nel "noir" metropolitano. Termine utilizzato impropriamente in Italia, per definire qualsiasi libro o film che contenga una storia gialla, un delitto e un investigatore.
In Cemento Armato le regole di genere sono dichiarate ma realizzate in maniera didascalica. Il contesto, il linguaggio, la costruzione della trama e i meccanismi narrativi disegnano un "nero" italiano il cui territorio topico è la città. La libertà del destino dei personaggi carambola nelle mani di Diego e del Primario e in quelle mani armate deve necessariamente trovare una soluzione.
Nell'ambito di una vita monotona il destino bussa improvvisamente alla porta dei due giovani protagonisti ma non lo fa col taglio affilato dell'ironia, come nel "bus notturno" di Marengo. Non si ride affatto in presenza del Primario, di fronte alla violenza e alle umiliazioni cui sottopone le proprie vittime, perché lui è un personaggio estremo e senza redenzione. E il mondo intorno non sembra essere migliore, perchè le vittime diventano carnefici. La violenza esercitata sugli affetti più stretti del protagonista scatena una rabbia repressa e diventa l'elemento dinamico che trasforma il thriller (noir-gangsteristico) in un cattivo melodramma, facendo affondare il film in un mare di luoghi comuni e in alcune soluzioni di sceneggiatura francamente ridicole.
Resta da dire di Carolina Crescentini e di Nicolas Vaporidis che, costretti troppo a lungo alle sciocchezze sdolcinate, non riescono ad allontanarsi dal clichè dei compagni di scuola. Trascurabile è pure la prova di Faletti, incapace questa volta di produrre spessore d'interprete.



by mymovie


Zombies

Locandina Zombies - La vendetta degli innocenti

Karen Tunney, rimasta vedova di recente, e le sue due figlie, Sarah ed Emma, traslocano in una piccola cittadina sulle montagne della Pennsylvania, in cui Karen ha ereditato una casa da alcuni lontani parenti del marito. Non sa che il cottage è poco distante da una vecchia miniera abbandonata in cui, nel 1913, un terribile incidente in miniera intrappolò vivi sotto terra dozzine di bambini, venduti come schiavi lavoratori dalle loro stesse famiglie ad un barone locale. In breve Emma fa amicizia con una bambina del posto, senza capire che è uno zombie, e scompare una notte. Karen muove mari e monti per trovare la piccola, coinvolgendo anche le persone del posto. C'è un problema, però: i bambini sepolti nella miniera sono ancora vivi, e la famiglia si trova in pasto a terrificanti mostri, tornati per vendicare la loro morte prematura.
Indubbiamente siamo di fronte ad uno dei cliché della storia dell'horror, se non fosse che il potenziale di terrore viene sprecato quasi completamente, per la scelta controcorrente del regista di non far vedere nessun dettaglio eccessivamente sanguinolento, onde evitare di spaventare il pubblico. Ciò nonostante, negli USA la pellicola si è ritrovata bollata come "film per adulti" per via dell'uso di droghe e di alcol da parte dei teenager. Un taglio, quindi, che va a detrimento della narrazione, senza aggiungere alcun beneficio, rivelandosi più che un horror un potenziale racconto esoterico.
L'interprete principale, Lori Heuring, non mette in mostra doti recitative particolari, al di là di alcune alzate di sopracciglio e di un paio di sguardi in macchina. Non aiuta nemmeno la presenza di Ben Cross e Geoffrey Lewis, due decani dei B-movies, intrappolati in ruoli opachi e troppo brevi.
La regia, peraltro, si rivela incredibilmente inerte, decisamente convenzionale ed in alcuni momenti fin troppo noiosa. I costumi sono inadatti alle scene: gli zombie bambini che scavano nelle miniere sono vestiti a festa, il trucco è sempre impeccabile e senza sbavature. Nemmeno il ritmo, non particolarmente serrato, riesce a salvare questa pellicola dall'essere bollata come un film da prendere al massimo a noleggio, ma non certo degno di una lunga presenza nelle sale cinematografiche



by Mymovie

Premonition (2006)

Un film di Mennan Yapo. Con Sandra Bullock, Julian McMahon, Nia Long, Kate Nelligan, Amber Valletta, Peter Stormare. Genere Drammatico, colore 110 minuti. - Produzione USA 2007. - Distribuzione Eagle Pictures
Linda Quinn Hanson è una casalinga che vive una vita di routine. La sua vita è dedicata alla casa, ai figli e all'affascinante marito fino a quando, improvvisamente, si rende conto di avere doti di chiaroveggenza: la causa scatenante è la presunta morte di quest'ultimo, defunto in un incidente stradale, ma che riappare misteriosamente il giorno successivo come se nulla fosse successo. Si tratta di vere premonizioni o di semplici incubi? È realtà o fantasia? La disperata ricerca della verità porterà Linda alla più incredibile delle risposte. Ennesima divagazione sul tema della preveggenza, Premonition riesce, per almeno un'ora, a tenere sulle spine lo spettatore, incerto, proprio come la protagonista, su dove sia posto il confine tra sogno e realtà. Il film non convince anche perche vi è la completa assenza di soprannaturalità o comunque un qualcosa che giustifichi il tutto. Sandra Bullock è una brava attrice ma niente più e in questa parte sembra fare solo il compitino. Il film, o meglio la prima ora, può interessare perchè il caos creato dal regista può in qualche modo intrigare agli amanti del genere, però tutti concorderanno che il tutto sfocia nella banalità. Sandra Bullock e Julian McMahon (quest'ultimo col cinema ha proprio un conto aperto, visto che non riesce mai a mettere in mostra il talento dimostrato in televisione), poco credibili come marito e moglie e troppo sopra le righe nei momenti topici del film. Chi ama il genere potrebbe trovare in Premonition pane per i propri denti ma, date le lodevoli premesse, il risultato finale poteva essere decisamente migliore. illusorio

Consigliato ni

4 mesi 3 settimane e 2 giorni

Otilia e Gabjta sono due studentesse universitarie che alloggiano nel dormitorio di una città romena. Siamo negli anni che precedono la caduta del regime di Ceausescu e Gabjta affitta una stanza d'albergo in un hotel di bassa categoria. Ha un motivo preciso: con l'assistenza dell'amica ha deciso di abortire grazie anche all'intervento di un medico che però rischia l'arresto, essendo l'interruzione procurata della gravidanza un reato. Otilia resta a fianco dell'amica soffrendo intimamente per quanto sta accadendo e scoprendo progressivamente la fragilità della sua condizione umana.
Il film di Cristian Mungiu si inserisce nel progetto "Tales from the Golden Age" che intende proporre in più film l'epoca che precede la fine del comunismo in Romania passando attraverso piccole storie individuali. Il regista nato nel 1968 conosce bene la materia che ha deciso di trattare e mostra una certa sicurezza nell'impianto stilistico del film. Gli manca però la capacità di inserire, magari anche solo per piccoli accenni, il clima politico dell'epoca con la sua progressiva marcia verso la dissoluzione. Ci troviamo quindi di fronte a una storia universale (in Romania o altrove l'aborto procurato è comunque e sempre un dramma) proposta con una sorta di distaccata partecipazione. In particolare è attraverso lo sguardo e la sofferenza di Otilia che partecipiamo al trauma. È lei, quasi più che l'amica, a divenire sempre più consapevole del vuoto che la circonda, della solitudine profonda da cui sembra impossibile uscire. Così quel feto che inizialmente il regista sembra non volerci mostrare ma che poi compare in tutta la sua fragilità è una sorta di ‘doppio' della protagonista ormai priva di un futuro.

By mymovie

The simpson- the movie

Stavolta Homer l'ha fatta grossa. Non solo ha portato un maiale in casa, ma ne ha persino scaricato i bisogni nel lago di Springfield, appena depurato, che ha così nuovamente superato i limiti sostenibili di inquinamento: il governo americano non può che intervenire e inglobare la cittadina sotto una cupola di vetro indistruttibile per evitare contaminazioni. La famiglia Simpson, messa alla gogna dal resto della popolazione, non può che fuggire (in Alaska): spetterà a Homer, dopo mille vicissitudini, riportare le cose alla normalità.
Due domande erano in attesa di ricevere una risposta, dal giorno dell'annuncio che I Simpson sarebbero finalmente arrivati al cinema: qualcuno pagherà per vedere sul grande schermo le avventure della più famosa famiglia americana, nonostante si possano guardare centinaia di episodi gratis in televisione? Gli autori saranno riusciti a infondere nuova linfa a una serie che, dopo vent'anni di trionfi, comincia a perdere un po' di smalto? Se alla prima, il boxoffice ha replicato con un incasso superiore al mezzo miliardo di dollari in tutto il mondo, alla seconda la risposta è un sì non del tutto convinto.
È indubbio che I Simpson - Il film sia divertente, simpatico e proponga a volte gag fulminanti ("Spiderpork"): tuttavia non si può fare a meno di notare che il cinismo, la capacità di mettere alla berlina vizi, paure, dogmi e false certezze del mondo occidentale risulti spuntata rispetto alla stragrande maggioranza delle puntate viste in televisione. La sceneggiatura, scritta da tante, forse troppe, mani, non ha il solito mordente e sembra ritrarre la mano dopo aver scagliato il sasso: la comicità è quasi del tutto affidata a numerose slapstick, gag visuali e alle solite scaramucce tra Homer e i componenti della sua sbalestrata famiglia, con il resto dell'infinita galassia di concittadini e personaggi secondari a fare da mero sfondo alla vicenda.
Molto apprezzabile è invece il non aver voluto snaturare lo stile grafico dell'originale: le poche sequenze in tre dimensioni sono piacevoli e ben inserite nel contesto. Resta però l'impressione che il "film" sia più simile a un episodio televisivo allungato che a una vera opera cinematografica. Un po' delusione quindi, e una mezza occasione mancata. Una stella in più comunque va data "alla carriera", perché riuscire a far ridere e riflettere per vent'anni (e diciotto stagioni) è quasi impossibile nel frenetico mondo dell'intrattenimento, ma I Simpson, e quattrocento puntate lo dimostrano con cristallina chiarezza, ce l'hanno fatta.

By Mymovie



Scrivilo sui muri

Sole è una studentessa universitaria annoiata da Filippo, il fidanzato bene, e “salvata” da Pierpaolo, uno sconosciuto, sul davanzale di una finestra del sesto piano. Il ragazzo la introduce nel mondo colorato dei writer, invitandola a partecipare ai loro esclusivi raid notturni. Treni, auto, muri, facciate, la creatività e le bombolette spray dei C.D. (Civil Disobedience) non risparmiano nessuno spazio urbano. Attirata dalla spettacolarità delle loro azioni, Sole entra ufficialmente nel gruppo riprendendo con la telecamera le loro imprese. Invaghitasi di Alex, il miglior amico di Pierpaolo, la ragazza è decisa a conquistarne il cuore. Tra murales e graffiti, la luce di Sole metterà a dura prova la loro amicizia. Attigendo alla cultura dei writer, nata nei ghetti americani e scoppiata negli anni Ottanta sui muri “immacolati” del vecchio continente, Giancarlo Scarchilli gira una commedia sentimentale “armata” di vernice e bombolette spray. Sulle facciate dei palazzi, sulle pareti di un deposito in periferia, sui finestrini dei treni in sosta nelle stazioni si esprime la creatività di un gruppo di amici che lanciano il loro messaggio per uscire dall’anonimato. I C.D. affrontano la notte per rendere pubblico il loro disegno, il loro amore o il loro disappunto. Dall’altra parte del muro ci sono gli adulti e le irriducibili incomprensioni fra padri, madri, figli e figlie. Una distanza che il regista romano cerca di interrogare ancorando i suoi writer a un paesaggio italiano, più peculiarmente romano. L’originalità del soggetto non è sufficiente però a compensare la caduta, annunciata fin dall’affiche, nei toni melò, con l’immancabile riconciliazione e l’happy end finale. Il film si rattrappisce in una serie di bozzetti sentimentali che ne snaturano il messaggio. Così Scarchilli finisce per girare l’ennesima opera corale-giovanilistica evitando di mettersi dietro a un personaggio e di seguirlo fino a spalancare l’umano, i dilemmi etici e il senso sotto la vernice.
By Mymovie

Sms- sotto mentite spoglie

Tommaso è un uomo realizzato professionalmente e affettivamente. Nonostante i diciotto anni di matrimonio è ancora innamorato di Chicca, la bella e desiderabile moglie con la quale c'è intesa sessuale e affinità elettiva. Ora che i due figli sono cresciuti e indipendenti (la sera escono lasciandoli soli), Chicca può scatenare tutta una serie di fantasie erotiche. Per stare al gioco, Tommaso le invia un focoso sms che però per errore arriva a Chiara, la moglie di Gino, il suo migliore amico. Tutt'altro che offesa dal messaggio, Chiara si offre anima e corpo a Tommaso mettendo in pericolo l'equilibrio mentale (e familiare) dell'uomo.
Al di là del titolo e della locandina - che sembrerebbero rappresentare l'ennesimo filmetto italiano tanto osannato dal pubblico quanto esecrato dalla stampa - SMS - Sotto mentite spoglie è una spassosa e avvincente commedia degli equivoci, scritta, girata e recitata con mestiere. Se la trama non offre originali spunti narrativi è proprio l'apporto degli attori a farne un'opera gustosa e imprevedibile. Il triangolo di comicità - napoletana (Salemme), toscana (Panariello) e romana (Brignano) - scatena una serie di gag esilaranti utilissime a mantenere viva l'attenzione durante la prima parte del film, non propriamente chiara su quale sia la direzione che Salemme vuole prendere. È dall'sms in poi che la trama subisce una svolta rendendo manifeste le intenzioni del regista.
È ancora la Roma bene a fissare le coordinate della commedia italiana (ma va detto che per il comico napoletano si tratta di un nuovo territorio da esplorare) ed è ancora una storia di fedeltà/infedeltà a manovrare l'impianto, pur facendolo con un senso di misura che manca al cinema - natalizio e "in amore" - di Neri Parenti. Ma se finora la capitale era stata una città dove le donne - cornute e non - si erano agitate con isterismo, nel film di Salemme le protagoniste femminili sono più vere, più tranquille, un tantino folli magari, ma più amabili. Lucrezia Lante Della Rovere (che ci viene da chiedere come mai sia stata sfruttata così poco sul grande schermo, viste le sue egregie capacità attoriali) e Luisa Ranieri non sfigurano affatto nel triangolo comico, anzi, tirano fuori con naturalezza un lato buffo che le rende non solo credibili ma anche reali. Come realistiche sono anche tante piccole situazioni sparse nel film con le quali è facile immedesimarsi venendo così coinvolti ancora di più nella trama.
Spassosissima è la citazione di Top gun che vede Panariello e Salemme in un ralenti inequivocabile, e di estrazione teatrale è il viaggio allucinante e allucinogeno di Salemme e del suo maggiordomo cingalese durante la festa di anniversario di matrimonio. SMS - Sotto mentite spoglie assolve l'arduo compito di far ridere e intrattenere, regalando al pubblico 90 minuti di leggerezza.

By mymovie


giovedì 10 gennaio 2008

Rosh Hour-missione Parigi


Il film gode sempre della grande intesa sul set dei due protagonisti Cris Tucker e Jackie Chan e di una costante serie di situazioni comiche e di incredibili scene d'azione , a volte troppo circensi ma sicuramente inerenti allo stile del film. Il film si accosta ad un publico giovanile che cerca nel cinema un simpatico passantempo. Durante un importante meeting internazionale contro la criminalità organizzata, l'ambasciatore Han, sul punto di rivelare la lista dei capi mondiali delle Triadi cinesi, viene ferito da un colpo di pistola e rimane in fin di vita. Lee, guardia del corpo nonché amico di lunga data dell'ambasciatore, si lancerà a capofitto in un'indagine che lo porterà fino in Francia, dove si recherà seguito suo malgrado dal zelante Carter, compagno in passato di rocambolesche quanto improbabili avventure. Dopo anni di preparativi, Jackie Chan e Chris Tucker tornano a impersonare rispettivamente Lee e Carter, leggendaria quanto strampalata coppia di ispettori di polizia, a chiudere quella che si afferma come la trilogia action-comedy più prolifica della storia del cinema contemporaneo a livello di incassi. Il terzo, attesissimo, episodio di Rush Hour riprende le fila della serie e le ripropone in un contesto neutro per i protagonisti, quello francese.L'idea è questa: nessuno dei due gioca in casa e i disastri che scaturiscono dalla loro interazione non possono che aumentare esponenzialmente. Così è, e le situazioni rocambolesche non tardano a presentarsi, con il continuo gioco a tira e molla del duo tra il personaggio equilibrato e quello fuso di testa. Si procede, secondo copione, tra combattimenti funambolici e spassose sequenze da operetta con tanto di balletti e immancabili interpretazioni canore.

domenica 16 dicembre 2007

Sturdast

Un film di Matthew Vaughn. Con Claire Danes, Charlie Cox, Sienna Miller, Ricky Gervais, Jason Flemyng, Rupert Everett, Peter O'Toole, Michelle Pfeiffer, Robert De Niro. Genere Avventura, colore 130 minuti. - Produzione Gran Bretagna, USA 2007. - Distribuzione Universal Pictures

Dolcissima storia d'amore con sullo sfondo un mondo fanastico fatto da streghe cattive, navi volanti con capitani gay e fantasmi di principi che commentano, come al cinema, l'andamento della corsa alla corona. Il film nella sua prima parte risulta difficile da digerire anche per gli appassionati del genere fantasy, presentando situazioni improbabili come persone al posto delle stelle. La situazione va migliorando con il tempo diventando sempre più appassionante e struggente. Importanti sono le partecipazione della Pfeiffer e di De Niro, la prima come strega cattiva alla ricerca dell'eterna bellezza e il secondo come simpatico capitano pronto a dare una mano. Grazie alla perfezione delle immagini, alla tecnologia sbalorditiva impiegata per gli effetti speciali e all'efficacia della recitazione, sturdast è una piacevole produzione diretta da Matthew Vaughn ma tratto dal romanzo illustrato di Neil Gaiman e Charles Vess, pubblicato per la prima volta nel 1998. La storia narra.....Da qualche parte nell'Inghilterra vittoriana c'è un muro di mattoni che separa il villaggio reale di Wall da Stormhold, una città fantastica governata da un re malvagio e abitata da streghe e creature magiche. Al di qua del muro vive Tristan, un giovane garzone che sogna l'avventura e il grande amore. Figlio di una principessa del regno di Stormhold e di un inglese, il ragazzo decide di attraversare il muro per donare una stella alla ritrosa Victoria. La stella, Yvaine, è una fanciulla luminosa precipitata dal cielo alla morte del sovrano. Il suo cuore immacolato è bramato da Lamia, una strega crudele che vorrebbe strapparlo e divorarlo per riconquistare la giovinezza. Sul petto di Yvaine batte il rubino che permetterebbe ai sette principi, rivali e litigiosi, di regnare su Stormhold. Braccata dai desideri dei malvagi, spetterà a Tristan proteggere lo splendore di Yvaine.

mercoledì 5 dicembre 2007

Grindhouse il pianeta del terrore


Ho una seria difficoltà nel commentare questo film, perche non mi posso definire un estimatore di Quentin Tarantino e gli incassi orribili americani non mi sorprendono. L'accopiata Rodriguez -Tarantino si rifà ai film anni 80 stile mad max (con Mel Gibson), genere Horror/splatter ma è nella scelta dei due episodi, che riprende le pellicole a basso costo che avevano caratterizzato l'America anni settanta. Ho provato a scrivere la trama del film ma vi giuro è difficile e anche un pò noioso.



The invasion

Se volete farvi lasciare dal partner o se volete disfarvi che non vuole mollare la presa su di voi, vi dò io la soluzione giusta, portatelo a vedere questo film e vi giuro che al 30°massimo 35° minuto sarà fuori dalle scatole. Infatti il film è lento, scontato e vederlo evoca molti dejavù perchè rassomiglia a tante produzioni precedenti di bassa lega. La trama è questa: Una misteriosa epidemia si sta diffondendo per il mondo, ed è una psichiatra di Washington a capire che è di orgine aliena. Quando anche suo figlio viene infettato, la donna e un collega iniziano una corsa contro il tempo per trovare una cura, prima che l'umanità sia perduta...Vi prego non lasciatevi ingannare, perchè se provate ad ipotizzare la fine vedrete che sorprese non ci sono. ricordatevi che stiamo parlando di un remake un pò camuffato del vecchio, ma bello per il periodo, invasione degli ultracorpi.