venerdì 18 dicembre 2009

Fuori Menu

Nacho Garcìa Velilla, regista spagnolo, impegnato per lo più in serie televisive, con “Fuori Menù” debutta nella regia cinematografica, adottando un registro, comico all’apparenza, ma anche drammatico nella sostanza. Il suo stile si può paragonare a quello di Almodovar, che alterna con delicatezza drammaticità e comicità, tragedia e parodia? No, decisamente no. Ma non per questo Velilla può essere giudicato inferiore o addirittura maldestramente debuttante. Anzi, al contrario ha dimostrato di essere stato, tutto sommato, capace di raccontare, con capacità comunicativa e convincente creatività, una storia particolare nel suo genere, non priva di messaggi audaci che rimandano alla contemporaneità del quotidiano. Gli spunti comici sono sinceramente divertenti e poco banali o offensivi, g'attori ci mettono cuore e passione coinvolgendo in tutto e per tutto lo spettatore.



martedì 8 dicembre 2009

cado dalle nubi


L'esordio sul grande schermo di Checco Zalone sembrerebbe proprio appagare un'esigenza del Cinema italiano che già da tempo necessita di un tipo di comicità, se non proprio nuova, ma perlomeno fresca, genuina e che non si accartoccia sui soliti e ripetitivi argomenti visti e stravisti. Checco Zalone dimostra, nel corso di questa pellicola, di essere un attore comico dallo stile diretto, schietto, forse un tantino semplicistico, ma comunque avente il grande pregio ( e questo ovviamente merito anche e soprattutto dei vari attori di contorno che hanno contribuito non poco alla riuscita di questo film, come il buon Dino Abbrescia o il valido Ivano Marescotti) di far ridere il pubblico in maniera praticamente quasi costante e anche se egli interpreta un personaggio di media bassa cultura, la sua bravura consiste nel non scadere mai nella volgarità gratuita, come invece siamo spesso stati abituati a vedere in molti film di questo genere. La storia parla di un emigrante pugliese che nel Nord Italia cerca fortuna e successo come cantante. Nel corso della trama vengono affrontate tematiche come il razzismo e l'omosessualità e anche se non vi è alcuna pretesa di aggiungere qualcosa di nuovo ad argomenti già ben trattati in altri film ben più impegnati, Zalone riesce a descriverli con un piglio di squisita originalità. Come avviene ad esempio a proposito della circostanza in cui egli deve convincere i genitori di suo cugino ad accettare il fatto che quest'ultimo sia gay e come tale dargli la possibilità, se non il sacroanto diritto, di costruirsi una sua vita affettiva senza più continuare a nascondere a loro la sua condizione di omosessuale. Oppure il modo in cui il protagonista deve affrontare l'ostilità e il pregiudizio che nutre nei suoi confronti il padre (leghista attivista) di Marika, ragazza di cui egli si è innammorato. Non ho certo alcuna pretesa di definire Checco Zalone addirittura come un nuovo Troisi o un nuovo Verdone, ma sicuramente lo reputo una simpatica faccia nuova del Cinema comico italiano ed il suo esordio è sicuramente convincente. Forse posso esagerare, ma a questo film voglio attribuirgli quattro stelle. Del resto lo scopo di un buon film comico è quello di far ridere bene e con gusto e per quanto riguarda questo aspetto, Checco ha pienamente fatto centro
by Nino Pell (pubblico di Mymovie)