venerdì 19 marzo 2010

gli abbracci spezzati

Stralci di foto, obiettivi sempre accesi, sguardi ed abbracci sfuggenti, amori carnali e di convenienza..ritrovarsi nel silenzio, nel vento che soffia forte e perdersi di notte lungo una strada diritta.. "Gli abbracci spezzati" è un altro tassello da aggiungere al lavoro di un grande regista : Pedro Almodovar. La ricetta è la stessa ed il risultato è sempre quello di un film asciutto, gradevole, divertente che scorre senza mai annoiare o chiedersi troppo. Una Penelope Cruz "cariatide", sulla quale si adagia l'intero film, che a mò di sole illumina gli attori circostanti con la sua ormai riconosciuta bravura e bellezza. Il film ci presenta la vita di Mateo Blanco o Harry Caine (Lluís Homar) che dir si voglia, uomo costretto a tirare ormai le somme della propria esistenza, schiavo della più grande disgrazia che ad un regista possa capitare : perdere la vista. Mateo si rifugia dietro una macchina da scrivere e dietro la sua Judit (Blanca Portillo)che da anni gli nasconde un triste segreto che sarà costretta a svelare solo alla fine del film. Ma anche una delle vite più angosciose e monotone a volte può riservare qualche sorpresa ed è così che, un bel giorno, un certo Ray X si presenta a Mateo Blanco ed inserendosi come un "parassita" nella sua vita riesce a fargli ricordare spiacevoli episodi accaduti ormai 14 anni fa. 14 anni fa Mateo ha perso non solo la vista ma anche l'amore della sua vita :Lena (Penelope Cruz) e, non potendo più dirigere i suoi film, ha deciso di assumere definitivamente lo pseudonimo di Harry Caine per convincersi che Mateo Blanco era morto in quell'incidente assieme alla sua amata. I fotogrammi correrranno sul grande schermo contorniati dalla voce del protagonista, che racconterà l'intero "film della sua vita" a suo figlio Diego, e da numerose citazioni (Donne sull'orlo di una crisi di nervi-Viaggio in Italia) . A voi l'inconfondibile stile "spagnolo" di Almodovar nonchè colori, sguardi e magnifiche riprese di Lanzarote. Di certo non è uno dei migliori lavori del famoso regista, di certo non si tratta di un "colossal", ma in un panorama di horror, film catastrofici e senza senso non ci resta che godere!.

lunedì 1 marzo 2010

Invictus


Invincibile, lo può essere un uomo dopo una grande impresa sportiva, ma lo può essere anche un uomo dopo 27 anni anni di duro carcere, ed uscirne con la capacità di perdonare il suo carceratore per il bene del suo paese. Sullo sfondo di un Sud Africa appena uscito dalle elezioni che hanno visto trionfare Nelson Mandela, principale esponente anti-apartheid, ma sempre sull'orlo di una crisi civile. Modiba ( Nelson Mandela) e Francois Pienaar (capitano della nazionale di Rugby sudafricana) saranno i protagonisti di una delle più grandi vittorie sociali che solo lo sport poteva regalare. Clint Eastewood ritorna sul tema del razzismo riscoprendo una delle più brutte pagine della storia e lo fa a suo modo, armato di sensibilità e passione.

"Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono come posso chiedere agli altri di cambiare?"