venerdì 11 gennaio 2008

I cento passi

Alla fine degli anni Sessanta a Cinisi, un piccolo paese siciliano, la mafia domina e controlla la vita quotidiana oltre agli appalti per l'aeroporto di Punta Raisi e il traffico della droga. Il giovane Peppino Impastato entra nel vortice della contestazione piegandola, con originalità, alle esigenze locali. Apre una piccola radio dalla quale fustiga con l'arma dell'ironia i potenti locali fra i quali Zio Tano (Badalamenti). Peppino verrà massacrato facendo passare la sua morte per un suicidio. Se lo si guarda con gli occhiali dell'ideologia I cento passi (che si ispira a fatti realmente accaduti), con la chiusura sulle bandiere rosse e i pugni chiusi del funerale di Impastato, potrebbe sembrare un film di propaganda. In realtà è un film di impegno civile (che non si vergogna di citare il Rosi di Le mani sulla città) che si assume il compito di ricordarci che la lotta a quel complesso fenomeno che passa sotto il nome di mafia non appartiene a una 'parte'. Uno strepitoso film impegnato grazie alla importante interpretazione di Lo Cascio e una toccante colonna sonora che ha come punta di diamante la toccante canzone dei Modena City Ramblers "i cento passi". Il cinema ha il dovere, per la sua capacità di attirare le masse, di mostrare ciò che l 'italia è stata in un passato che non è ne troppo lontani negl'anni e nella società.

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