140 minuti, di cui 120 intensi e vissuti con molta leggerezza mista ad immagini crude ma solo perchè la vità nel carcere è così, 20 minuti drammatici, angoscianti, dove l'uomo perde ogni briciola di umanità e sentimento. I carceri brasiliani, quello del Carandiru in particolar modo, sono in completa autogestione da parte dei carcerati. Gli stessi criminali effettuano discriminazioni severe e l'applicazioni di "leggi d'onore". I malati di HIV e gli stupratori sono completamente isolati, i secondi se vengono risparmiati, convivono in celle di 10 mq in 10-12 persone. Tutto il resto vive come in un "grande fratello", sono i carcerati a gestire pulizie, cucina e tornei interni. Carandiru narra la vera storia della strage che portò le squadre speciali, nel 1992, ad una strage senza eguali. Prima del tragico epilogo vengono narrate le storie personali dei principali personaggi del carcere, grazie alla figura dantesca di un medico, che cerca di portare informazioni e precauzioni per scongiurare il diffondersi delle malattie. Carandiru è senza dubbio un ottimo film, dove umanità, sentimento e vita si miscelano per narrare le storie di persone normali che non nascono diavoli ma lo diventano.
domenica 30 gennaio 2011
Carandiru
140 minuti, di cui 120 intensi e vissuti con molta leggerezza mista ad immagini crude ma solo perchè la vità nel carcere è così, 20 minuti drammatici, angoscianti, dove l'uomo perde ogni briciola di umanità e sentimento. I carceri brasiliani, quello del Carandiru in particolar modo, sono in completa autogestione da parte dei carcerati. Gli stessi criminali effettuano discriminazioni severe e l'applicazioni di "leggi d'onore". I malati di HIV e gli stupratori sono completamente isolati, i secondi se vengono risparmiati, convivono in celle di 10 mq in 10-12 persone. Tutto il resto vive come in un "grande fratello", sono i carcerati a gestire pulizie, cucina e tornei interni. Carandiru narra la vera storia della strage che portò le squadre speciali, nel 1992, ad una strage senza eguali. Prima del tragico epilogo vengono narrate le storie personali dei principali personaggi del carcere, grazie alla figura dantesca di un medico, che cerca di portare informazioni e precauzioni per scongiurare il diffondersi delle malattie. Carandiru è senza dubbio un ottimo film, dove umanità, sentimento e vita si miscelano per narrare le storie di persone normali che non nascono diavoli ma lo diventano.
mercoledì 26 gennaio 2011
La notte e la città
lunedì 17 gennaio 2011
Zeitgeist Addendum

Zeitgeist the movie

venerdì 14 gennaio 2011
Questione di cuore

Noi italiano con i sentimenti ci sappiamo fare, li sappiamo ascoltare, sentire e descrivere. I sentimenti più veri e soprattutto quelli più dolorosi. Sarà per la nostra natura, o perchè sappiamo che non c'è nessuna forma d'amore senza dolore. "Questione di cuore" è una storia d'amore, un amore d'amicizia che lega due personaggi così diversi ma uniti dalle difficoltà che la vita ci pota ad affrontare. Nel leggere questa prefazione, facilmente si potrebbe pensare a questo film come il classico "mattone" che rimane indigesto per alcuni giorni, invece no. Questa è un altra peculiarità del buon cinema italiano, noi le cose tristi le amiamo raccontare solo se intervallate da qualche sorriso, dopo tutto questo ecco la trama..ma fidatevi, dovete guardalo.......
mercoledì 5 gennaio 2011
Bara con vista

martedì 4 gennaio 2011
Push

lunedì 27 dicembre 2010
An Education

Il difficile passaggio dall'adolescenza all'età adulta viene raccontato con molta finezza dalla regista danese di questo film, che, ispirandosi alle memorie della giornalista inglese Lynn Barber, racconta una vicenda ambientata nella Londra del 1961. La giovane Jenny studia in un severo College della città, con ottimi voti, e coll'obiettivo di ottenere l'iscrizione a Oxford per l'università. Ma nella sua vita entrerà a giostrare un uomo adulto, affascinante ma alquanto subdolo.
Hustle & Flow

Il ghetto americano raccontanto in tutto il suo squallore ma con un pizzico di umanità e speranza. Personaggi ben argomentati e sviluppati dove il lavo aggressivo, è spesso compensato da una pizzico di umanità inaspettata. Non è un film "sentimentale",anche se di sentimenti ce ne sono, ma quelli meno cinematografici.... odio, paura, angoscia, voglia di evadere.
Jay è un pappone-spacciatore di Memphis poco più che fallito. Il suo misero mondo vincolato a prostitute che costituiscono la sua unica famiglia, è sempre più asfissiante e D Jay decide di tornare a un suo vecchio sogno giovanile: diventare MC. Quando viene a sapere che Skinny Black - ex abitante del suo quartiere divenuto ora un idolo dell’Hip Hop – sta per tornare in città, farà di tutto per presentarsi con un demotape alla mano.
Vincitore di un premio Oscar per la miglior canzone originale - It's Hard Out Here for a Pimp di Paul Beauregard e Jordan Houston
giovedì 16 dicembre 2010
Stanno tutti bene

Dolce e tristemente comico, così descriverei un film che mi ha colpito e dove mi sono più volte riconosciuto. Storia di un padre di 4 figli lontani e con vite diverse tra loro, lui vedovo da 6 mesi , loro tanti segreti che non hanno voglia di confessargli, in parte per paura di non deluderlo e in parte per non ferirlo. Non parlo del classico film di natale, non sono il mio genere!
mercoledì 27 ottobre 2010
VALZER CON BASHIR "una storia di guerra"

martedì 14 settembre 2010
Il solista

Tratto dall’omonima biografia del giornalista americano Steve Lopez, Il Solista tratta la storia di una amicizia speciale, di un sogno infranto e del talento sprecato.
Steve Lopez (Robert Downey Jr.) è un rinomato redattore del Los Angeles Time, sempre a caccia di una storia da raccontare e costantemente dietro storie importanti e di spessore, settimanalmente pubblicate in piccoli articoli nella proprio colonna di prima pagina.
Un giorno per caso Steve, in una pausa rinfrescante nella calda e torrida Los Angeles, ha un incontro che gli cambierà la vita. In un parco cittadino egli nota la presenza di un eccentrico senzatetto, vestito in maniera vergognosa ma capace, con la sua bravura artistica, di sovrastare il ronzio del traffico con la musica di unvecchio violino a due corde. (http://webspacemelodies.it/2010/03/06/il-solista-the-soloist/)
martedì 20 aprile 2010
cella 211

Dopo un esordio che ritengo pressoché sconosciuto, Daniel Monzon ci ha regalato un vero gioiello, possente ed impetuoso, incastonato in una struttura narrativa semplice e lineare che si lascia seguire con facilità, dando corpo e voce ad una delle tante storie “assurde” che diventano realistiche proprio grazie a quella meravigliosa macchina dei sogni rispondente al nome di cinema. Vi potreste mai immaginare un secondino che, per una strana serie di cause, deve assumere l’identità di un detenuto e che, nel volgere di un brevissimo spazio di tempo, subisce tante e tali di quelle esperienze da vedere completamente sconvolta la sua vita, fino al punto di guidare con profonda convinzione una rivolta carceraria, di uccidere un collega reo di avergli ammazzato la moglie incinta e di stringere un sotterraneo ma sincero rapporto di stima e di amicizia con il peggiore dei reclusi? Eppure Daniel Monzon riesce a rendere verosimile tutto questo. Bellissimo, nella sua cruda violenza estetica. Indimenticabile lo sguardo fiero e magnetico di Malamadre – Luis Tosar. A dimostrazione di come, per costruire grandi film, non siano indispensabili grandi capitali od effetti speciali. A differenza de "Il profeta", che sfrutta abilmente una prospettiva claustrofobica sulla quale costruire una sottile sensazione di angoscia che ti accompagna dall'inizio alla fine
By MYMOVIES
La scultura raccontata da Rudolf Wittkower

Il Wittkower ci descrive con molta accuratezza le tecniche e le "storie " che si celano dietro le opere del Vasari, Canova, Cellini, Michelangelo e Bernini. L'opera è di autorevole fattura, infatti l'autore è stato docente del Warburg institute di Londra poi alla Columbia University di New York. Il quest'opera vengono posti all'attenzione del lettore una serie di informazioni sulle tecniche di realizzazione delle opere, tipiche dell'autore preso come soggetto. Opera altamente piacevole adatta non solo agli addetti ai lavori.
lunedì 12 aprile 2010
la braciola...

Sognai d’essere una braciola, grande quanto un pugno, ed ero nel sugo assieme ad altre braciole come me. Sentivo il calore attorno, sentivo i miei compagni vicino, li, nel calore del sugo, tutti con i loro stecchini, ognuno a fare la propria parte.
Qualcuno di noi era un po’ più grande dell’altro, qualcuno con uno stecchino in più, qualcuno il suo stecchino lo aveva perso, ma eravamo lì, eravamo tutti assieme, tutti uguali dentro, ognuno intimamente abbracciato dalla mortadella, tutti a lavorare all’unisono. Ognuno a donar parte di sé affinché il sugo in cui eravamo consumanti la nostra esistenza s’addensasse, facendoci sentire tutti parte d’un insieme. Tutti partecipi della realizzazione della nostra esistenza, tutti orgogliosi di dar gusto e sostanza al nostro stare assieme. Sentivamo crescere e migliorarsi il profumo della libertà del nostro gesto. S’addensava il nostro caldo abbraccio e inebriava il dintorno, cosicché ovunque giungeva l’odore della nostra impresa, ovunque era percepibile la forza del nostro gesto, di quella nostra intensa esperienza d’unione.
Sognai d’esser felice. Sognai d’aver dentro una energia nuova, una felicità eroica figlia di uno sforzo comune, uno sforzo compiuto in intima prossimità con altri esseri come me, sapevo che solo non avrei potuto creare quell’energia, quell’energia che, come profumo, correva a parlare di noi, della nostra esistenza, della nostra esperienza. Noi che tutti assieme ci eravamo arricchiti, avevamo dato gusto alla nostra esistenza estendendola oltre i confini della nostra pentola, creando qualcosa come un vento caldo che corre a parlar di noi, sconfiggendo la nostra finitezza. Eravamo degli eroi. E avevamo vinto. Sognai d’esser felice, davvero.
Quando mi svegliai, vidi mia madre sorridere, sembrava la donna più bella del mondo. Aveva cucinato il ragù. Le sorrisi. Io lo sapevo che in quella pentola c’era molto di più, non solo sugo, non solo braciole, non solo ragù, era un’idea, un abbraccio, era qualcosa di più. Sorrisi.
Iniziò così un’altra ottima domenica!
Giuseppe Siracusa