lunedì 21 gennaio 2008

david fincher

David Fincher

L'apprendistato del giovane regista è nobile: la sua carriera inizia infatti alla Industrial Light and Magic di George Lucas, dove lavora a Il ritorno dello Jedi (1983) e a Indiana Jones e il tempio maledetto (1987). Dopo una carriera onusta di premi e riconoscimenti nel campo dei video musicali e pubblicitari, esordisce sul grande schermo con il terzo episodio della saga di Alien (1992). Purtroppo il film risulta essere il peggiore fra tutti quelli realizzati: il pessimismo ed i toni cupi della versione di Fincher mal si confanno ad una saga già conosciuta al grande pubblico. Il regista deve aspettare un paio d'anni prima di raggiungere il successo commerciale e di critica che, puntualmente, arriva nel 1995 con Seven. Il film è un grande successo, anche grazie alla performance del luciferino Kevin Spacey e del sempre bravo Morgan Freeman. Nel film appare accanto all'allora boyfriend Brad Pitt anche una spaesata Gwyneth Paltrow. Meno riuscito e troppo costruito a tavolino è The game (1997). Il capolavoro arriva due anni dopo con Fight Club (1999), dove il regista chiama di nuovo Pitt affiancato da un incommensurabile Edward Norton. Discusso e oggetto di feroci polemiche per il non troppo velato invito alla violenza, il film è un cult assoluto con una colonna sonora di assoluta eccellenza. Si tratta, forse, del più cinico e spietato atto d'accusa, nell'ambito da “un cinema fotocopia” come quello americano, nei confronti delle mode e gli usi del nostro tempo. L'angoscia claustrofobica della persona in trappola, che molti americani hanno vissuto dopo i fatti dell'11settembre 2001, è il motivo portante di Panic Room (2002) con una Jodie Foster intrappolata con il figlio in una stanza blindata. Il film non ha mantenuto fino in fondo le aspettative del pubblico pur risultando uno dei thriller di maggior successo della stagione.

Nessun commento: